Tesi di laurea e punteggiatura: ecco come rivederla velocemente

Quando si parla di tesi di laurea e punteggiatura si è soliti affrontare una criticità che riguarda gran parte degli studenti alle prese con l’elaborato che chiude un ciclo di studi.

Sappiamo bene che la maggior parte delle energie viene spesa nella raccolta e nell’elaborazione di concetti e informazioni; ci si concentra principalmente sul cosa dire, e un po’ meno sulla forma.

La punteggiatura è uno degli aspetti più trascurati, considerati secondari, e per i quali si genera la maggior parte degli errori.

Revisione tesi di laurea: la punteggiatura

Il lavoro di redazione della tesi è indubbiamente il più impegnativo, per cui è anche quello che solitamente viene curato con maggiore attenzione.

In molti tendono invece a sottovalutare la fase di revisione, ovvero il processo di rilettura e correzione degli errori.
Nell’ambito delle correzioni gli aspetti in assoluto più trascurati sono quelli che riguardano la punteggiatura, croce e delizia dei giovani di oggi.

Abituati alle chat, ai social e alla comunicazione stringata che avviene all’insegna della velocità e dell’informalità, le nuove generazioni hanno totalmente dimenticato il senso e la funzione dei segni che compongono la punteggiatura.

Nel processo di scrittura di una tesi la punteggiatura non può essere lasciata al caso, all’istinto e alla superficialità, ma deve essere utilizzata in maniera corretta.

Facciamo un piccolo passo indietro e cerchiamo di capire a cosa sevono quei piccoli e apparentemente insignificanti segnetti grafici.

In generale i segni di interpunzione hanno una duplice funzione: didattica ed espressiva.
Attualmente, nell’ambito della comunicazione quotidiana, siamo soliti abusare della punteggiatura in riferimento alla sua funzione espressiva, per dare incisività ad un concetto, per rendere viva una conversazione, per creare suspense…

Nella tesi non bisogna esprirmere emozioni per cui la punteggiatura deve essere utilizzata per la sua funzione didattica.

Di seguito l’università telematica Niccolò Cusano di Pisa ha raccolto i principali segni di interpunzione.

Punto

Partiamo dal punto, che delimita la fine di una frase e l’inizio di un eventuale periodo successivo.

È sempre seguito da una parola scritta con la prima lettera maiuscola.
Non si utilizza negli elenchi puntati e nei titoli.

Virgola

La virgola è il segno che crea brevi pause di lettura all’interno di un periodo.

Due punti

Introducono un elenco o una lista, oppure vengono utilizzati, seguiti da virgolette, per introdurre un discorso diretto.

Punto e virgola

Un segno ormai in disuso ma di grande valore.
La pausa che determina nella lettura è più breve di un punto ma più lungo di una virgola;  viene utilizzato per dividere le parti di un elenco.

Punto esclamativo

La funzione del punto esclamativo è attirare l’attenzione del lettore.
Viene utilizzato principalmente nella scrittura promozionale e quasi mai nelle tesi di laurea.

Puntini di sospensione

I puntini di sospensione sono finalizzati a creare una sorta di suspense, a sospendere il discorso, ma anche a suscitare un senso di indeterminato.
È importante sapere che l’interpunzione in questione prevede tre punti in successione.
Richiedono sempre uno spazio dopo, ma mai uno spazio prima.

Virgolette

Le virgolette si utilizzano per identificare citazioni o estratti di dialoghi.

Accenti e apostrofi

Accenti e apostrofi generano una gran confusione.

Per quanto riguarda l’accento bisogna distinguere tra ‘accento grave’ e ‘accento acuto’, che indicano rispettivamente un suono aperto e un suono chiuso delle vocali sulle quali sono poste.

L’apostrofo viene utilizzato per sostituire le vocali finali delle parole che sono seguite da altre parole che iniziano per vocale.
L’apostrofo si utilizza anche per il troncamento.

Tesi di laurea e punteggiatura: gli errori da evitare

Concludiamo il post con gli errori più comuni relativi alla punteggiatura nella tesi di laurea.

Nel seguente elenco quello che NON devi assolutamente fare:

  • Mettere il punto alla fine di un titolo
    È un grave errore mettere il punto alla fine di un titolo, sia che esso faccia riferimento all’argomento generale della tesi, sia che identifichi un capitolo o un sottocapitolo.
    Può invece essere concesso quando è necessario separare un titolo da un sottotitolo.
  • Utilizzare l’apostrofo al posto dell’accento … o viceversa
    Si tratta di un’abitudine che per quanto errata è piuttosto diffusa nel momento in cui bisogna digitare una maiuscola accentata. Per comodità e per una maggiore velocità si tende a sostituire l’apostrofo con l’accento; purtroppo però non sono la stessa cosa. Al contrario utilizzarli indistintamente, come sostituti l’uno dell’altro, è un grave errore.
  • Esagerare con punti di domanda e puntini sospensivi
    Si tratta di una tesi di laurea, ovvero di un lavoro che mira a dimostrare la preparazione dello studente in merito ad un determinato argomento.
    L’obiettivo è fornire risposte e non fare domande.
    Allo stesso modo bisogna evitare di utilizzare i puntini sospensivi … la suspense in questo caso non serve.
  • Mettere la virgola tra soggetto e verbo
    Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una tendenza piuttosto comune, inserire la virgola laddove non andrebbe inserita: tra il soggetto e il verbo, ma anche tra il nome e l’aggettivo, tra il verbo e il complemento oggetto.
  • Lasciare uno spazio vuoto prima della punteggiatura
  • Non lasciare uno spazio vuoto dopo la punteggiatura

Credits immagine: DepositPhoto.com/AnnaBizon


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