Errori grammaticali comuni: quali sono e come evitarli

L’accento al posto dell’apostrofo, ‘gli’ al posto di ‘le’, la ‘q’ al posto della ‘c’: sono soltanto alcuni degli errori grammaticali comuni commessi dagli italiani.

Non importa se frequenti un liceo, un corso di laurea o un master; non importa se sei una casalinga o un manager; quasi sicuramente ti sarà capitato almeno una volta di avere un dubbio e di domandarti ‘come si scrive?’

D’altronde lo sappiamo tutti, le regole fondamentali della grammatica italiana sono complesse e le numerose eccezioni rappresentano motivo di perplessità; se poi alla difficoltà aggiungiamo l’invasione dei neologismi la situazione si complica e i dubbi aumentano.

Per quanto esistano delle differenze tra errori ortografici ed errori grammaticali, siamo consapevoli del fatto che conoscerle non ti servirà certo ad evitare gli strafalcioni.

L’obiettivo di questo post è molto più semplicemente quello di fornirti una piccola guida utile per evitare almeno gli errori più comuni.

Apostrofo si – apostrofo no

L’apostrofo, un nemico sempre in agguato. Non a caso figura tra le prime posizioni della classifica italiana degli errori di grammatica.

Quando si mette e quando no?

La regola ci dice che questo piccolo segnetto va messo in presenza di elisione della vocale finale. Ad esempio non diremo ‘la amica’ ma diremo l’amica.

L’apostrofo viene utilizzato anche in alcuni casi di troncamento come ad esempio nella seconda persona dell’imperativo dei verbi dare, fare, dire, stare e andare: dai = da’, fai = fa’, dici = di’, stai = sta’, vai = va’.

Negli altri casi di troncamento l’apostrofo non va usato; scriveremo ad esempio un uomo, un amico, nessun altro.

Al femminile, negli stessi casi, si utilizza l’apostrofo perché si tratta di elisione e non di troncamento; a differenza di quanto accade per il maschile la vocale finale cade solo quando si incontra con la vocale iniziale della parola successiva.

Togliamoci qualche dubbio:

  • si scrive un altro e non un’altro
  • si scrive un’altra e non un altra
  • si scrive qual è e non qual’è (un grande classico tra gli errori grammaticali).

Accento si, accento no

Croce e delizia di tanti italiani l’accento trae spesso in inganno, senza contare poi le volte che viene confuso con l’apostrofo.

Eccoti i casi di confusione più ricorrenti:

  • non lo so: e invece sappiamo benissimo che la tentazione di metter un bell’accento sulla parolina ‘so’ è piuttosto forte, ma cerca di ricordarti che non devi assolutamente farlo!
  • Si scrive un po’, con l’apostrofo e non un pò, con l’accento.
  • ‘ne’ si accenta (con accento acuto) e diventa ‘’ soltanto quando è congiunzione negativa.
    Quando invece ha la funzione di avverbio o pronome rimane semplicemente ‘ne’.
  • se’ si scrive senza accento quando è congiunzione con valore ipotetico, come ad esempio nel seguente caso: se fossi venuto ieri lo avresti incontrato.
    Si utilizza invece il ‘’, con accento acuto, quando è pronome personale riflessivo come nel seguente caso: al giorno d’oggi ognuno pensa a sé.
  • da’ si scrive senza accento quando è utilizzata come preposizione semplice, ad esempio: da dove vieni?
    Quando invece la parolina fa riferimento alla terza persona singolare del presente indicativo del verbo dare diventa ‘’.
    Esiste una terza possibilità ovvero il troncamento di ‘dai’ (seconda persona dell’imperativo del verbo dare) che diventa da’ come nel seguente caso: da’ subito aiuto a tua mamma!
  • fa’ senza accento si utilizza nelle locuzioni avverbiali di tempo (passato) come ad esempio: tre anni fa.
    ‘fa’ con l’apostrofo (fa’) indica il troncamento di fai (seconda persona dell’imperativo del verbo fare) come nel seguente caso: fa’ il bravo!
    La grafia ‘fà’ con l’accento è invece errata.

Gli o le

I pronomi sono un’altra nota dolente, per gli studenti, ma in generale un po’ per tutti.

Il momento in cui bisogna scegliere tra ‘gli’ e ‘le’ crea sempre un po’ di confusione.

In realtà la regola è molto semplice; quando ci riferiamo ad una persona di sesso femminile il pronome giusto è ‘le’, come ad esempio nel seguente caso: le ho spiegato la situazione.

Quando invece intendiamo riferirci a una persona di sesso maschile il pronome da utilizzare è ‘gli’, come nel seguente esempio: gli ho elencato le varie possibilità.

Come si scrive

Accelerare o accellerare: il termine corretto prevede una ‘l’ quindi scriveremo accelerare.

Proprio o propio: attenzione perché più che un errore scrivere ‘propio’ è un orrore. Il termine giusto è proprio.

Purtroppo o pultroppo: la ‘l’ lasciamola agli orientali che si cimentano nella lingua italiana; noi cerchiamo di scrivere e pronunciare il termine nella maniera corretta ovvero purtroppo.

Soprattutto o sopratutto: la Treccani parla di raddoppiamento sintattico quindi ben 4 ‘t’ nella parola che nella grafia corretta è soprattutto.

Attaccato o staccato?

Un grande dubbio, che è spesso causa dei più comuni errori grammaticali, riguarda quei termini che ortograficamente possono essere scritti attaccati oppure separati in due parole, a seconda del contesto nei quali vengono utilizzati.

Attenzione quindi a scegliere quello giusto. Noi di seguito ti proponiamo quelli più ricorrenti.

  • Apposto o a posto
    Apposto’ è il participio passato del vero apporre e lo utilizzeremo ad esempio nel seguente caso: ho apposto la firma.
    Quando invece intendiamo comunicare che va tutto bene lo scriveremo staccato: è tutto a posto.
    Diverso il discorso nel caso di: l’ho fatto apposta.
  • Affianco o a fianco
    Affianco’ è la prima persona singolare dell’indicativo presente del verbo affiancare e va utilizzato come tale. Ad esempio: ti affianco durante il percorso.
    Quando invece intendiamo dire ‘vicino a’ scriveremo: a fianco.
  • Avvolte o a volte
    avvolte’ è il participio passato del verbo avvolgere mentre ‘a volte’ è una locuzione avverbiale da utilizzare per intendere ‘ogni tanto’ come nel seguente caso: a volte mi capita di incontrarlo.
  • Tuttora o tutt’ora
    In questo caso non c’è da scegliere tra le due possibilità a seconda del contesto; entrambi le grafie hanno lo stesso significato ed entrambe possono essere considerate corrette. Possiamo però affermare che ‘tutt’ora’ appartiene all’italiano antico per cui, anche se oggi tale grafia è poco diffusa, non è un errore. Nell’italiano contemporaneo la grafia corrente è tuttora.

regole fondamentali della grammatica italiana

Cu o qu?

Fin dalle elementari ci hanno dato un bel po’ di filo da torcere: le lettere ‘cu’ e ‘qu’ all’interno delle parole hanno praticamente lo stesso suono per cui non sempre è facile individuare quella giusta.

L’errore è dietro l’angolo per cui ti forniremo un piccolo elenco di termini che potrebbero confonderti le idee e indurti a commettere un ‘orrore’.

Si scrive:

  • evacuare e non evaquare
  • innocuo e non innoquo
  • riscuotere e non risquotere
  • promiscuo e non promisquo
  • proficuo e non profiquo
  • acuire e non aquire/acquire
  • percuotere e non perquotere

Entusiasto o entusiasta

Anche se non lo abbiamo inserito in una categoria l’aggettivo entusiasta può indurre in errore quando lo si attribuisce a soggetto femminile o maschile.

Al singolare si utilizza sempre entusiasta, sia al maschile che al femminile.

Totalmente scorretta la forma ‘entusiasto’.

I puntini di sospensione…

Piacciono davvero a tutti e dal momento che non si pagano siamo soliti abbondare.

Ma qual è il numero giusto di puntini di sospensione? Semplice è il numero perfetto, ovvero 3, e non uno di più.

Si attaccano alla parola che li precede e sono seguiti da uno spazio. Se il carattere che li segue è una parentesi o un punto interrogativo lo spazio non va inserito.
Quando chiudono una frase la successiva frase deve iniziare con la lettera maiuscola.

Prima di concludere l’articolo un piccolo consiglio che ti può aiutare ad evitare gli errori grammaticali nella forma scritta.

Al di là del correttore ortografico messo a disposizione dello stesso Word potresti avvalerti di uno dei numerosi strumenti open source messi a disposizione dal web.

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