Analisi del testo poetico: ecco cos’è e come si fa
L’analisi del testo poetico è uno dei compiti assegnati con maggiore frequenza dai professori alle scuole superiori; ed è anche una delle tracce della prima prova di maturità.
Per avere la garanzia di eseguire un lavoro impeccabile, in linea con le aspettative del prof, bisogna seguire una serie di passaggi.
La metodologia per eseguire l’analisi segue uno schema ben preciso che prevede la scomposizione del testo in vari livelli con l’obiettivo di agevolarne la comprensione.
Nei paragrafi che seguono l’Università Telematica Niccolò Cusano di Pisa ha sintetizzato i punti chiave dello schema e gli step da seguire per analizzare dettagliatamente la poesia.
1 – Lettura e comprensione
Una perfetta analisi non può prescindere da una comprensione approfondita del testo poetico.
Prima di addentrarsi nella lettura della poesia è consigliabile analizzare attentamente i seguenti elementi:
- Il periodo storico in cui è stata scritta
- L’eventuale raccolta da cui è tratta
- La biografia dell’autore, la corrente letteraria alla quale appartiene e la sua visione del mondo
Contestualizzare l’opera aiuta a carpire sfumature e significati profondi che altrimenti risulterebbero difficili da individuare.
2 – Parafrasi
Uno degli step più importanti relativi all’analisi della poesia è la parafrasi ovvero la trasformazione del testo poetico in prosa.
L’obiettivo è rendere il testo comprensibile attraverso la spiegazione di concetti e parole in un linguaggio ‘quotidiano’, accessibile a tutti.
Durante la parafrasi bisogna fare attenzione a non stravolgere il significato della poesia; l’obiettivo finale è trasmettere al professore il tuo livello di comprensione.
3 – Livello metrico e ritmico
L’analisi riguardante il livello metrico e il livello ritmico del testo poetico prende in considerazione il verso, la strofa e la rima.
Il verso
È l’elemento che in maniera più evidente caratterizza il testo; è formato dall’insieme di parole presenti su una riga, e che solitamente non arriva mai fino al margine laterale della pagina.
Ogni verso è composto da un numero di sillabe, in base al quale possiamo distinguere le seguenti tipologie:
- Bisillabo o binario: 2 sillabe
- Trisillabo a ternario: 3 sillabe
- Quadrisillabo o quaternario: 4 sillabe
- Quinario: 5 sillabe
- Senario: 6 sillabe
- Settenario: 7 sillabe
- Ottonario: 8 sillabe
- Novenario: 9 sillabe
- Decasillabo: 10 sillabe
- Endecasillabo: 11 sillabe
Nei casi in cui il numero di sillabe è pari il verso viene definito ‘parisillabo’; nel caso in cui è dispari prende il nome di ‘imparisillabo’.
È importante precisare che nella poesia, per esigenze strutturali del verso, le sillabe metriche possono anche non coincidere con le sillabe grammaticali; talvolta, per rientrare nel computo delle sillabe previste dalla struttura del testo, ci si avvale di ‘espedienti’ quali ad esempio l’aferesi, la sincope, l’apocope o l’epitesi.
A seconda della tipologia di verso la poesia assume un ritmo musicale diverso, ad esempio: il ternario risulta spezzato ma veloce; il quaternario può essere quasi cantato; il senario è tipico del genere satirico; il settenario produce un ritmo agile; l’ottonario viene utilizzato soprattutto nelle ballate popolari e nelle canzoni romantiche per la sua cantabilità; il decasillabo risulta molto ritmato; l’endecasillabo produce il ritmo pacato tipico della poesia italiana.
La strofa
La strofa rappresenta l’unità ritmico-metrica del verso. A seconda del numero di versi dal quale è composta si distinguono le seguenti tipologie:
- Distico: 2 versi, solitamente endecasillabi a rima baciata
- Terzina: 3 versi, ritmati in vario modo
- Quartina: 4 versi, solitamente a rima alternata o incrociata
- Sestina: 6 versi, ritmati in vario modo
- Ottava: 8 versi, solitamente composti da sei versi a rima alternata e due (gli ultimi) a rima baciata
Può inoltre capitare che i versi non rispecchino alcuno schema per cui la strofa viene definita ‘strofa libera’.
Ciò si verifica quando:
- la strofa non ha un numero fisso di versi
- i versi hanno un metro variabile o sono composti da una combinazione di metri tradizionali
- le rime non seguono uno schema preciso o sono totalmente assenti
La rima
La rima è tra gli elementi che definiscono la musicalità del testo poetico.
Essa consiste nell’identità del suono che caratterizza le sillabe successive a quella su cui cade l’accento.
Per identificare lo schema delle rime poetiche bisogna quindi prendere in considerazione le parole alla fine di ciascun verso e, in base al suono, attribuire ad ognuna dei esse una lettera dell’alfabeto.
La medesima lettera deve essere affiancata ad ogni parola, di fine verso, caratterizzata dallo stesso suono (omofonia) delle precedenti.
Le più comuni tipologie di rime sono le seguenti:
- rima baciata (AA BB CC): due versi consecutivi che rimano tra loro
- rima ripetuta (ABC ABC): il primo verso della prima strofa rima con il primo della seconda strofa, il secondo con il secondo e così via
- rima alternata (AB AB): il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto e così via
- rima incatenata o terzine dantesche (ABA BCB): il secondo verso della prima terzina rima con il primo e il secondo della seconda terzina e così via
- rima incrociata (ABBA): il primo verso rima con il quarto, il secondo con il terzo e così via
- rima invertita (ABCCBA): in un complesso formato da due strofe di sei versi il primo rima con il sesto, il secondo con il quinto e il terzo con il quarto
Può capitare talvolta di ritrovarsi in presenza di rime particolari, definite interne quando ad esempio la parola finale di un verso rima con una parola posizionata nel corpo del verso successivo.
4 – Figure retoriche
Le figure retoriche sono artifici utilizzati per creare immagini poetiche in grado di trasferire il significato delle parole dal piano letterario-denotativo (significato oggettivo/convenzionale) a quello poetico-connotativo.
Le figure retoriche assolvono la funzione di rendere il messaggio più efficace trasmettendo emotività.
Le figure retoriche possono essere distinte in tre tipologie: di suono, di ordine e di contenuto.
Analizziamole nel dettaglio.
Le principali figure retoriche di suono sono:
- l’allitterazione: ripetizione di lettere o sillabe
- l’assonanza: ripetizione di suoni vocalici simili in due o più versi
- l’onomatopea: riproduzione linguistica di un suono, di un rumore o di un verso di un animale
- la paronomàsia: accostamento di due parole di suono simile ma di significato diverso
Le principali figure retoriche di ordine sono:
- l’anastrofe: inversione dell’ordine in cui normalmente si presentano due parole
- l’iperbato: separazione, attraverso l’inserzione di una o più parole, di due parole sintatticamente connesse
- l’anafora: ripetizione di una o più parole all’inizio di frasi o versi successivi
- il chiasmo: incrocio immaginario tra due coppie di parole
- il climax: intensificazione progressiva del significato delle parole
- l’ellissi: omissione, all’interno di una frase, di un segmento discorsivo che sia possibile sottintendere
Le principali figure retoriche di contenuto sono:
- l’allegoria: rappresentazione di un concetto attraverso simboli e immagini
- l’antonomasia: traslato consistente nell’indicazione di una cosa o di una persona con un nome generico o comune, oppure con una locuzione che ne indichi una qualità o una caratteristica
- l’iperbole: esagerazione di un concetto
- la metafora: similitudine sottointesa resa attraverso la sostituzione di un termine proprio con uno figurato
- la similitudine: confronto/parallelismo tra due identità
- la metonimia: sostituzione di un termine con un altro che ha con il primo una relazione di vicinanza (spaziale, temporale o causale)
- la perifrasi: circonlocuzione, o giro di parole, utilizzata per evitare una ripetizione ravvicinata dello stesso termine
5 – Conclusioni
Terminata l’analisi del testo si procede con il commento finale, un giudizio sulla poesia che esprima le personali emozioni e riflessioni sul testo.
Generalmente le conclusioni riassumono in sintesi il messaggio principale della poesia e gli eventuali altri messaggi dedotti da un’analisi più approfondita.
Nella sezione finale sono contenute anche le motivazioni che conducono a condividere o non condividere il messaggio/pensiero del poeta.